Alla scoperta delle vie d’acqua di Lambrate

La comunità di Lambrate risale all’epoca romana, come dimostrano i ritrovamenti archeologici in Via Conte Rosso nella zona della Cappelletta.
In tempi proto-cristiani l’arrivo dei Benedettini (chiesa di S. Martino) e degli Umiliati ha significato grandi opere di bonifica e sistemazione agraria che hanno reso il territorio assai fertile; il fiume Lambro era pescoso e fonte di irrigazioni che determinavano un’alta produttività agricola.

Per ricordare questa fase della storia del quartiere è stata organizzata una camminata “agricola”, nella zona del fiume Lambro.


PARCO LAMBRO IN PRIMAVERA 1
Il Ponte del Lupo

In via Rizzoli al numero 70, aggirando un piccolo edificio affiancato da un cancello chiuso, si entra in una zona incolta e seguendo un sentiero si arriva al Ponte del Lupo.
Il ponte del Lupo (loff in milanese) attraversa il Lambro ed è ubicato poco più valle della cascatella del fiume, dove entrava e usciva la roggia Molinara e poco più a monte dell’attuale complesso della Rizzoli. Molto probabilmente deve il suo nome alla presenza dei lupi in quest’area nei tempi passati.

La centrale idroelettrica
Si tratta di una piccola centrale idroelettrica “a basso salto” per la produzione di energia elettrica. L'energia rinnovabile prodotta è in grado di soddisfare i consumi di 1.500 persone.
La ditta costruttrice così la descrive: “Particolarità di questa è data dalla installazione di tre turbine innovative denominate "vite di Archimede".
La centrale fa capo alla società Energhie. Il nuovo impianto idroelettrico utilizzerà una portata di 15.000 litri al secondo sfruttando un dislivello di 2,1 m. creato da una vecchia derivazione irrigua oggi abbandonata. Con questo innovativo impianto Bissi Holding dimostra come sia possibile ottenere energia pulita anche in un contesto fortemente antropizzato e ambientalmente compromesso.”

La Roggia Molina o Molinara
Seguendo il sentiero dopo la centrale, si cammina avendo a sinistra la Roggia Molinara e a destra un grande campo coltivato. La Roggia ha origine dal Lambro e per molti anni è stata utilizzata per l’irrigazione. Serviva inoltre ad alimentare i due mulini che esistevano nella zona.
Seguendo la Roggia si può vedere la tangenziale che fa da barriera interrompendo le due aree naturali tra est e ovest. Esiste un passaggio attraverso i quali gli animali possono superare questo ostacolo, ma ci sono richieste degli abitanti perché il passaggio sia reso possibile anche per le persone.
Sullo sfondo si vedono alcune costruzioni, completamente ristrutturate, che sono diventate la sede di EXODUS. Nel 1934 il comune di Milano acquistò dall’Ospedale Maggiore il Mulino Torrette di Destra e Torrette di Sinistra, in via Marotta ai numeri 18 e 20, insieme a un fondo che comprendeva anche la cascina San Gregorio Vecchio. Il mulino era posto a cavallo della Roggia Molina o Molinara. Nel 1989 il Comune ha assegnato le cascine Torrette a Don Antonio Mazzi e sono diventate la sede dei progetti della Fondazione Exodus. Le ruote a pale e le macine dell'antico mulino sono state conservate. Non è possibile entrare nella comunità senza richiedere un permesso, ma dall’esterno si può vedere quanto resta di questa “macchina” indispensabile alla produzione agricola.