Lettera al Comune di Milano (Sindaco e assessorati…) e al Municipio 3 (Presidente e assessorati…)per l’individuazione e creazione di spazi pubblici di aggregazione e partecipazione nel quartiere Lambrate e in zona 3

Le sottoscritte associazioni (formali e informali) della zona 3 si rivolgono a codeste amministrazioni locali per far presente un’esigenza fortemente avvertita da larghi settori dell’associazionismo e della cittadinanza, la cui soddisfazione non è più procrastinabile data anche l’evoluzione in corso, demografica e urbanistica, del quartiere Lambrate e del suo intorno (progetti di espansione edilizia, di consumo di suolo, di crescita demografica): si tratta del grande bisogno di spazi di aggregazione e partecipazione sociale, di luoghi pubblici aperti a tutti che riteniamo siano l’unico antidoto ai ben noti fenomeni di ogni sviluppo urbano non controllato: congestione nel campo della mobilità, luoghi di incontro frammentati e improntati a forme di aggregazione settoriali e a volte marginalizzanti, creazione di sottoquartieri degradati o al contrario gentrificati, perdita di tradizioni di socialità e solidarietà anche in zone come la Lambrate storica, che pure mantiene ancora alcuni luoghi di aggregazione di tipo “popolare” ma giuridicamente privati (le Acli in v. Conte Rosso e la Balera dell’Ortica ad es,).

Ciò che ha colpito gli esponenti delle sottoscritte associazioni è stato il fatto che la zona 3 di Milano è l’unica a non avere una “Casa delle associazioni”, contrariamente alle altre 8 zone della città. Questa la riteniamo una grave mancanza da parte delle istituzioni: nell’interlocuzione che con esse intendiamo avviare questo sarà certo il primo punto da chiarire. Ci ha colpito altresì constatare, anche nel corso di incontri avuti con esponenti del Municipio 3, l’assenza di una mappa degli spazi comunali demaniali, pur in presenza di un regolamento comunale per la concessione di beni demaniali per attività di interesse generale.

Ben poco ci pare emerge dalle attività delle amministrazioni locali per facilitare percorsi autentici di partecipazione, progettazione e aggregazione sociale. Certo, elementi interessanti emergono nello Studio d’area Adriano, Crescenzago, Rubattino, e, per quanto ne sappiamo, spazi ad uso pubblico sono previsti nel bando Scalo Lambrate, nel progetto della scuola Rubattino T9 nonché in un possibile uso sociale delle ex cucine della scuola Maroncelli (sulla quale ultima realtà il Gruppo costruzione della partecipazione di ViviLambrate aveva un anno fa redatto un Report etnografico in seguito a una ricerca finalizzata a un eventuale avvio di un percorso partecipativo sui futuri usi di tale spazio). Tutto ciò resta comunque nel futuribile, e non si intravvede nell’amministrazione municipale, né in quella cittadina, la presenza di una chiara strategia di sviluppo della partecipazione specie progettuale – anche facendo ricorso al Regolamento per l’attuazione dei diritti di partecipazione popolare approvato nel 2021 – che a noi sembra essenziale per rendere effettiva un’idea nuova di democrazia pur contenuta nelle intenzioni dichiarate dell’amministrazione comunale da almeno 12 anni a questa parte.

In incontri delle sottoscritte associazioni abbiamo iniziato a svolgere un proficuo lavoro di riflessione sulle possibili caratteristiche di un luogo pubblico di aggregazione (con spazi al chiuso, perché quelli all’aperto sono presenti), che vogliamo qui sintetizzare anche a significare il ruolo attivo che intendiamo avere – e favorire nella cittadinanza – per la costruzione di questo percorso. Tali caratteristiche riguardano:

  • Il carattere partecipato che dovrà connotare l’intero percorso di definizione e progettazione di un luogo pubblico, che non a caso chiamiamo luogo di aggregazione e partecipazione. Abbiamo la sensazione che la mancanza di tale caratteristica sia alla base della non grande vitalità di alcune Case delle associazioni esistenti, a volte impigliate in tecnicismi burocratici e amministrativi. Siamo convinti che non abbia molto senso una Casa solo delle associazioni, sia perché non può essere un condominio di associazioni, sia perché (pur non escludendo la presenza concordata di iniziative di singole associazioni), una casa “del quartiere” deve essere chiaramente aperta anche ai singoli cittadini e non connotata ideologicamente;

  • Noi non intendiamo sovrapporci al compito istituzionale di individuare degli spazi adatti a diventare luoghi pubblici di aggregazione. Ci chiediamo tuttavia che uso verrà fatto ad es. degli “oneri di urbanizzazione a scomputo” derivanti da diversi progetti edilizi in essere (via Crescenzago 79 e 99, via Folli 41-45, PRU Rubattino, via Crespi 28-30, via Bistolfi 31, via Trentacoste 8); inoltre, naturalmente, chiediamo che l’individuazione e l’uso di spazi demaniali sia chiara e trasparente, e la loro destinazione non sia solo quella della “messa a reddito”; un ragionamento approfondito è inoltre iniziato al nostro interno sulle possibili tipologie di spazi a uso pubblico che possono interessare diverse categorie di utenti nell’ambito del quartiere (spazi privati ma ad uso pubblico; spazi pubblici all’interno di strutture scolastiche; spazi pubblici veri e propri – i quali ultimi sono come già detto quelli effettivamente mancanti).

  • La struttura e le caratteristiche gestionali di questo futuro “spazio pubblico” dovranno anch’esse essere oggetto di confronti “partecipativi”, che dovranno investire il carattere aperto alla cittadinanza della stessa struttura, la definizione di un comitato di gestione con i relativi compiti di figure istituzionali, associative, cittadini singoli, eventuali esperti… Stesso percorso dovrà investire la gestione economica. (Facciamo qui presente che questi aspetti erano già stati oggetti di riflessioni approfondite da parte degli intervistati privilegiati nella ricerca sulle ex cucine della scuola Maroncelli).


Su tutti questi temi è nostra intenzione avere un rapporto costruttivo con le istituzioni locali, ma anche coinvolgere tutte le istanze associative e di cittadinanza attiva della zona, prefigurando una iniziativa pubblica all’inizio del prossimo autunno.


A cura delle associazioni e gruppi informali

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