Camminata storica tra le Cascine del Lambro

Questa camminata è stata organizzata in collaborazione con Cascina Biblioteca in occasione del Festival Lambro. Per questo la partenza è stata posta all’ingresso del parco in Via Feltre 75.

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L’ultima marcita di Lambrate
Del passato agricolo di Lambrate rimane traccia in questa parte del territorio di Lambrate, dove si ritrovano ancora campi coltivati e cascine. Dall’ingresso del parco su via Feltre, camminando lungo il bordo del parco, poco prima della tangenziale si nota sulla sinistra un grande campo a prato con i bordi rialzati, l’ultima marcita di Lambrate.
La marcita (marscida in milanese) è una coltura tipica di tutta la pianura lombarda, con origini antichissime. Le marcite furono una tecnica che si sviluppò nel XII secolo nelle grange, grandi fondi agricoli di proprietà delle abbazie. L’”invenzione” di questa tecnica di coltivazione è contesa tra i Certosini dell’Abbazia di Chiaravalle e Lambrate, dove esistevano grandi possedimenti e cascine dall’Ospedale Maggiore di Milano.
Con questa tecnica irrigua, un prato anche nel periodo invernale è in grado di produrre erba per il bestiame. Le acque provenienti dai fontanili e dal Lambro, con una temperatura di 6-8 °C, creano sul prato un velo d’acqua in costante movimento. Per ottenere il movimento delle acque il terreno è caratterizzato da una leggera pendenza; dal lato opposto rispetto al fossato di alimentazione è situato un fosso drenante che convoglia le acque. L’acqua così raccolta può essere riutilizzata per irrigare una marcita posta a valle ed il meccanismo può ripetersi più volte.
Lo sviluppo continuato della vegetazione rende possibile effettuare annualmente sino a 9 tagli contro i 4-5 mediamente ottenuti nei prati irrigui tradizionali.
L’aumento della produttività del prato a foraggio ha avuto un grande impatto economico: nell’ epoca dei Visconti e degli Sforza il foraggio era “la benzina” per i cavalli utilizzati in guerra, quindi più foraggio, più cavalli, maggiore potenza militare.
Più in generale l’alimentazione del bestiame con erba fresca per molti mesi e l’accantonamento del fieno per l’inverno migliorava la produzione di latte e dei suoi derivati, e dunque ha favorito lo sviluppo dell’industria casearia.

In considerazione del valore culturale, storico e simbolico di questa marcita, gruppi di cittadini e associazioni ne hanno chiesto il ripristino, perché attualmente non è in uso.

Tratto da www.lagobba.it



Cascina San Gregorio Vecchio
Fino al 1841 San Gregorio Vecchio era un comune autonomo, poi fu aggregato a quello di Lambrate. Nel 1934 il comune di Milano acquistò dall’Ospedale Maggiore il Mulino Torrette di Destra e Torrette di Sinistra, insieme a un fondo che comprendeva anche la cascina San Gregorio Vecchio.
La cascina ha una grande corte centrale e le parti funzionali della cascina sono ancora riconoscibili, ma ormai quasi tutte inutilizzate: a ovest dove c’è l’ingresso si trovano le abitazioni dei salariati; a sud l’abitazione padronale con un portico a tre campate, altre abitazioni, i magazzini e una piccola stalla; a est vi è il porticato per il ricovero degli attrezzi; a nord la grande stalla e una abitazione con magazzino.

La cascina funziona ancora come azienda agricola, anche se l’attività è notevolmente diminuita. Il fondo di pertinenza della cascina, parte integrante del Parco Lambro, è utilizzato, entro certi limiti, per uso agricolo. Di recente l’ultima famiglia che ha avuto in gestione cascina e terreni non ha rinnovato la convenzione con il Comune di Milano. La gestione di edifici e terreni è stata attribuita (attraverso un bando) a Cascina Biblioteca. Thomas Giglio di Cascina Biblioteca, che ha condotto la nostra camminata, ci ha accompagnato nella visita.
I progetti per la cascina, oltre all’uso agricolo, sono di uso sociale.

Cascina Biblioteca

L’origine della Cascina Biblioteca si perde nella notte dei tempi. Se il primo documento storico certamente attribuibile ad essa risale alla metà del 1500, la fondazione si ritiene avvenuta attorno al 1200, probabilmente ad opera dei frati Umiliati, un ordine monastico specializzato nella produzione della lana, che si distinse, insieme a quello dei Cistercensi, nei lavori di bonifica e nella colonizzazione dei terreni intorno a Milano.
Alla fine del ‘200 è accertata l’esistenza di una “Grangia di S. Gregorio”, ossia una comunità agricola costituita da varie cascine e mulini, gran parte dei quali ancora esistenti.
Questi possedimenti rimasero uniti nel corso dei secoli fino a che, per varie vie, entrarono a far parte del patrimonio fondiario dell’Ospedale Maggiore di Milano, vastissimo grazie alle donazioni. All’inizio del 1600 Federico Borromeo, da poco nominato vescovo di Milano, vide la cascina e se ne innamorò, al punto da volerla comprare ad un prezzo più alto di quello che era l’effettivo valore. Tanto amore è testimoniato dal fatto che il Cardinale arrivò a scrivere un libro per decantare le virtù della vita contemplativa nella sua “Villa Gregoriana”. Nel testamento lasciò il possedimento in eredità alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, da lui stesso fondata, con l’impegno che i proventi della conduzione delle terre servissero a pagare due messe quotidiane alla sua memoria e la dote nuziale per 18 ragazze povere all’anno. Con questo nuovo proprietario, da cui prese il nome che conserva tuttora, Cascina Biblioteca rimase per più di 300 anni.
Negli anni ’60 la cascina con 13 ettari di terreno fu acquistata dal Comune di Milano, che ristrutturò gli edifici. Agli inizi degli anni’80 il Comune di Milano affittò i lati Nord ed Est della Cascina ad ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale) con dotazione dei terreni circostanti.
Negli anni ’80 e ’90, intorno alla Cascina Biblioteca si svilupparono molteplici interessi, tutti rivolti a migliorare la qualità della vita delle persone con fragilità, che determinarono la nascita e l’insediamento nella cascina di nuove cooperative (la Cooperativa di tipo B Viridalia, e la Cooperativa di tipo A Il Fontanile) ed il consolidamento delle iniziative già in essere. Le opportunità offerte dagli spazi della Cascina e la sua vicinanza alla città hanno suggerito ai soggetti ivi presenti (Anffas, Fondazione Idea Vita, Il Fontanile, Viridalia) di individuare un ‘Sistema Cascina’ come progetto unitario ed armonico.
Per saperne di più https://cascinabiblioteca.it
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